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07.04.2006 Napoli
location: Palapartenope
foto, recensioe e video: grazie a Vincenzo Canoro



by Vincenzo Canoro

Sette aprile duemilasei,
gli Afterhours suonano a Napoli.
Finalmente vicino, e per di più prima di un giorno festivo!
La serata è perfetta. Ho i biglietti da più di un mese. Sono tutto gasato.
Partiamo alle sei e mezza. Ci mettiamo lo stesso due ore e tre quarti e comincio a dare segni di squilibrio appena vedo che un po' di traffico potrebbe rovinare tutto.
Fa niente...Tanto quando arrivo al Palapartenope il concerto non è ancora iniziato.
In effetti, Manuel e co. ci mettono un po' ad arrivare.
L'atmosfera è bollente, sono tutti eccitati (altri sono fatti).
Verso le nove e mezza si comincia a muovere qualcosa e poco più avanti si spengono le luci.
Alle dieci circa gli After salgono sul palco. L'accoglienza è molto calorosa.
Si comincia! Il primo pezzo è "La sinfonia dei topi", azzeccatissimo per l'inizio.
Provo una certa nostalgia a sentirlo, o forse era l'emozione di vederli dal vivo per la prima volta.
E' andata. Stanno suonando. Manuel è lì. E io...sto pogando! O meglio...sono immerso in un pogo.
Ma non ci penso troppo...Nel frattempo parte "White widow", preso dal nuovo "Ballads for little Hyenas".
Devo dire che, prima di venire, ho sperato che Manuel non cantasse i brani in inglese, ma, a conclusione della serata, sono rimasto ugualmente molto soddisfatto (tant'è che nei giorni successivi ho dato un ascolto più approfondito al nuovo album).
Si continua con "Non si esce vivi dagli anni '80", cantato a squarciagola, e con "Ballata per la mia piccola iena".
A questo punto tento di fare qualche filmato, ma il pogo scatenato me lo impedisce.
Un vortice di canzoni mi coinvolge emotivamente : "Sui giovani d'oggi ci scatarro su", "The thin white line", ma è quando parte "Male di miele" che il mio gasamento (si può dire?) arriva al massimo.
E ancora: una particolare versione di "1.9.9.6" dove Roberto canta qualcosa in inglese all'inizio, ma nn riesco a capire bene;
una dolcissima "The bed" seguita da "Voglio una pelle splendida".
Tra una canzone e l'altra Manuel alza un bicchiere, forse di birra o cola, per brindare.
E' un gesto simpatico. Apprezzo il suo rapporto con i fan.
Quando attacca con "...ho questa foto, di pura gioia..." si risponde con un coro e, ovviamente, sventolando gli accendini.
"Quello che non c'è" segna anche un momento di tregua per il pogo, che riprende con "The ending is the greater".
Dopodichè Manuel annuncia : "Il prossimo è un pezzo Heavy Metal del diciottesimo secolo"...un'affermazione che mi mette un po' in crisi.
E continua : "L'altro giorno, mentre tagliavo le rose, una mi ha punto e per suonare la tastiera mi aiuterà il mio caro amico Giorgio Ciccarelli.
E' suonato con tre mani e mezzo..." Il pezzo in questione è "Come vorrei". Piacevole...rilassante soprattutto.
Segue "Ritorno a casa", recitato impeccabilmente con una mimesi eccezionale.
Poi...appena odo le prime note di "Ci sono molti modi" inizio a gridare : "In italiano, Manuel! In italiano!" e quelli vicino a me mi danno ragione e si aggregano al coro.
Con una risata da sfottitore Manuel pronuncia le fatidiche parole : "E' quello che sai che ti uccide...". Tiro un sospiro di sollievo.
Ancora una volta si alzano gli accendini.
Dopo questa parentesi "slow", riparte una valanga di pezzi trascinanti : "Carne fresca", "Juda's blood", "Germi" preceduto dall'instrumentale "Ho tutto in testa ma non riesco a dirlo".
E infine "Cose semplici e banali". Tra me mi dico "Ma questo è un brano di chiusura...fa che è già finito il concerto?"
In realtà dopo vi è solo una piccola pausa a cui seguono altri tre brani: "Icebox" presa addirittura da "During Christine's sleep"; "Milano circonvallazione esterna" dove Manuel suona una specie di maracas e "Bye bye Bombay". Comincia il coro "IO...NON...TREMO...E' SOLO UN PO' DI ME CHE SE NE VA!"
Vi è un'altra uscita di scena, ma non molto dopo rientrano per concludere la serata con "Rapace" e una toccante "Andrea's birthday".
"Era il minimo che potevamo fare per farci perdonare per il Neapolis!" Con queste parole Manuel ringrazia e saluta il pubblico, ponendo la parola "fine" a questa splendida serata.

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