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Intervista a Manuel per il nostro sito
Come sapete la situazione è stata inizialmente un po' formale.. siamo in questa specie di ufficio all'interno del locale e Manuel è seduto su questa poltroncina con noi attorno... gli 'interrogatori' ufficiali sono: Vince che collabora ad un sito di musica, una non ben identifica ragazza che scrive per il Resto del Carlino, ed io... ma ben presto interverranno anche Gianna e Luca.

Manuel è senza voce.. sussurra piano e ci prega di scusarlo perchè non avrà molto tempo da dedicarci. Lo vediamo un po' agitato, o forse infastidito inizialmente, ma poi si rilasserà e comincerà a giocherellare un po' meno con la bottiglietta dell'acqua, che tormentosamente si passa da una mano all'altra, o con la cerniera della tuta... insomma anche lui un po' ci teme... o forse la situazione è un po' imbarazzante anche per lui... o forse probabilmente gli girano le balle... ehhehe eccola qua.. la nostra...
MACHI: Iniziamo l'intervista con una domanda sul ruolo dell'artista e su il rapporto col pubblico. Chris Cornell, ex leader dei disciolti Soundgarden e ora degli Audioslave, ha recentemente sostenuto che viveva molto ansiosamente il successo della sua band e che negli ultimi tempi, poco prima che i Soundgarden si sciogliessero, si sentiva limitato nella sua libertà: “Per me stare in una band significa fregarmene della gente.. e appena diventammo famosi, feci di tutto per farmi odiare dal pubblico”. In poche parole i ragazzi che li ascoltavano e che compravano i loro dischi o assistevano ai loro concerti (me compresa) erano un'imbarazzante presenza nella sua vita. Cosa ne pensi? Ma un artista non è tale proprio per il bisogno, cosciente o meno, di comunicare con il resto del mondo?

No, non è un bisogno in se stesso di comunicare. Probabilmente l'artista pensa a sé e non ci sono neanche regole precise... ognuno ha bisogno di fare una cosa diversa. Credo che Paul McCartney sia sicuramente un artista anche se lui la scaletta la cotruisce in base alle richieste del pubblico... perchè lui è così... accontentare il pubblico per lui è interiormente la cosa più importante, per altri è una cosa diversa. Nel nostro caso so dove vuoi andare a parare... (n.d.r. azz.. adesso mi cazzia..) In realtà non siamo neanche nella situazione di Chris Cornell dei Soundgarden, uso un 'siamo' perchè non è solo una cosa mia.. ma essendo io il frontman della band, sono quello che bene o male si espone... Dicevo, non è che vogliamo farci odiare dal pubblico, secondo me noi vogliamo essere quello che siamo in qualsiasi momento.. sul palco o fuori dal palco. Questa cosa vuol dire non fare buon viso a cattivo gioco o non sorridere quando non abbiamo voglia di sorridere e quando siamo disturbati o infastiditi o di cattivo umore...
MACHI: Ma questo fa parte della sincerità....

... non è sincerità.. fa parte del fatto di rimanere se stessi per non sembrare dei burattini o dei cartonati che vanno in giro per compiacere le persone. Comunque non avremmo iniziato a fare un progetto del genere se il nostro scopo fosse stato compiacere la gente. Ci sono serate in cui mi sento bene e il pubblico lo sento bene, e questa cosa credo anche di riuscire poi a dimostrarla, e serate in cui ci sono personaggi che sono magari veramente fastidiosi..
MACHI: Ti riferisci allo striscione di Treviso, ti ricordi?

... si, ci sono cose che sono veramente grottesche!
LUCA: Forse è una delle ragioni per cui se ne è andato Xabier?

Xabier se ne è andato per tante ragioni. Si sentiva un po' diventato un cartonato, le ragazzine gli cantavano in coro i pezzi quando lui aveva fatto di tutto per mettere su un progetto disturbante e quindi vederti degli striscioni del genere sul palco....ti lascio immaginare... E' chiaro che non possiamo insegnare al pubblico come si deve comportare perchè non è giusto.. paga il biglietto e quindi deve fare quello che vuole ed è un difetto nostro se non riusciamo a comunicare il giusto tipo di tensione.

Però è anche vero che noi abbiamo un certo tipo di atteggiamento, e quando c'è qualcuno che non è completamente in sintonia con noi non possiamo fare a meno di rimarcarlo.

Io vedevo Nick Cave alla fine degli anni '80 e quando cantava “By the time I have to finish”, questo ballettone qua, lo presentava dicendo “Se vedo un accendino acceso me ne vado”...

D'altra parte, è anche giusto comunicare quale è la nostra attitudine anche se questa cosa può farci sembrare antipatici. Penso anche ad un'altra cosa, io ho un carattere un po' bizzarro e quando sono di cattivo umore mi sento dire “che carattere di merda” ... adesso invece me la tiro!
MACHI: Beh, dai c'è stata un'evoluzione... (n.d.r. Ma Manuel non coglie l'ironia... )
VINCE: A proposito di questo... la gente dice che te la tiri, cosa ne pensi di questa cosa tipicamente italiana per cui si acclama un artista, però appena vende più di un tot di copie, ed è conosciuto da più gente, lo si addita subito come 'venduto'?

Ma si, è una cosa veramente grottesca, è il nostro provincialismo. Però allo stesso tempo credo che una persona debba superare questo tipo di considerazione, di atteggiamento. Non sono d'accordo sul fatto che sia un prezzo da pagare, non credo ci sia un prezzo da pagare.. non avrei fatto questa cosa per avere dei prezzi da pagare.. avrei fatto un altro lavoro.

Non sono assolutamente d'accordo invece sul fatto di dover sopportare certe cose come ad esempio l'attenzione del pubblico, l'essere disponibile a tutti i costi, il parlare con le persone.... io non faccio l'assistente sociale! Non ho fatto questa cosa per questa ragione, non me ne frega niente! Quando sono di buon umore mi piace stare tantissimo con la gente, quando non sono di umore buono no... come tutti, come voi.

Allo stesso tempo credo che questa cosa dei gruppi che diventano famosi piano piano cambierà. Ormai c'è una generazione di gruppi che ha dimostrato di poter vivere questa dimensione in modo creativo, in modo coerente, nonostante il provincialismo che ci contraddistingue a tutti i livelli... e soprattutto nell'underground, nei circuiti alternativi.
MACHI: Parliamo un po' dei testi... in “Baby Fiducia” parli della nostra generazione in termini poco lusinghieri “la mia generazione ha un trucco buono, critica tutti per non criticar nessuno” e anche i “giovani d'oggi” non ricevono un trattamento migliore.. quale è la generazione che tu consideri, non dico vincente perchè non mi piace il termine, ma più consapevole o migliore, se esiste?

Penso che sia lo stesso problema per ogni generazione. Diciamo che da un po' di tempo invece di celebrare la nostra generazione e celebrare le generazioni in generale, la tensione è cambiata e adesso ci dimentichiamo le generazioni fino alla seconda guerra, anzi fino alla guerra del Vietnam... forse si usava autocelebrare la classe anni '50, mentre adesso invece c'è un certo tipo di autocoscienza che ci ha portati a guardare in modo diverso le cose...
MACHI: Ma negli anni '50 essere autocelebrativi era pura propaganda politica...

C'era in ballo un discorso politico sicuramente... Comunque non c'è una generazione migliore dell'altra... c'è una situazione che si adatta ai propri tempi e credo che la “generazione che critica tutti per non criticare nessuno” era la generazione di gente che era un po' così... qualunquista ma anche autodistruttiva da un certo punto di vista, per cui non c'era niente in cui credere se non il far soldi.
VINCE: A proposito dei testi.. avendo sentito “La sinfonia dei topi” non mi aspettavo che il nuovo disco suonasse in questa maniera, perchè l'ironia che era indubbiamente uno dei tratti tipici degli afterhours appare scomparsa, lascia spazio a considerazioni che sono indubbiamente più amare... l'abbandono dell'ironia è stata una scelta sofferta o una naturale corruzione?

Ma no, è stata un'evoluzione naturale in un momento in cui di essere ironici non ne avevamo assolutamente voglia. Un po' per quello che stava succedendo in quel momento, che è la stessa cosa che succede anche adesso, e anche un po' per via delle cose accadute anche direttamente a noi, quindi anche l'abbandono di Xabier e il conseguente bisogno di rimettere in dubbio il progetto, ci hanno portati ad una situazione psicologica tale da non aver voglia di scherzarci sopra, e ormai mi sembrava un po' troppo 'facile' riderci addosso.

La “Sinfonia dei topi” è stato uno degli ultimi episodi in questo senso, cercavo di sdrammatizzare un po' questa situazione all'interno del mondo musicale che mi sembrava davvero grottesca e ci siamo divertiti a farla. Ma poi sinceramente mi sembrava anche di dover tenere delle posizioni un po' più nette, più decise, più chiare senza mascherarle con l'ironia. E comunque io con me stesso ho preso una posizione più chiara.
MACHI: E' forse anche una questione di maturazione di Manuel come uomo..

Forse si, parlavo con Emidio Clementi dei Massimo Volume.. più diventiamo vecchi e più andiamo dritti alla sostanza, ci piacciono anche musicisti e musica che parlano più di sostanza, che perdono l'attitudine che è un po' il vestito della musica. Quando si è ragazzini è importante il vestito che ti metti, il colore della tua chitarra, come ti muovi sul palco... è l'attitudine... stai cercando la tua personalità... e quindi per te è importante avere dei segnali di attitudine da parte di qualcuno e quando questa personalità pensi di averla raggiunta o comunque sono altre che cose che ti interessano della tua personalità perdi un po' la voglia di trovare a tutti i costi un'attitudine... miri veramente alla sostanza, anche musicalmente. Ora ascolto gente che mi sta dicendo delle cose con le parole, in modo molto concreto. Leonard Cohen, ad esempio, è uno che fa sempre lo stesso disco... però cavolo c'è sempre sostanza!

VINCE: A proposito di sostanza... i testi dell'ultimo disco citano versi tipo: “Disobbedire acquista un senso in più” o “Lo stato cede alla pornografia” è arrivato quindi il momento di denunciare anziché ridere? E' molto politico in questo senso?

Posso accettare che sia un disco molto politico, tuttavia ci sono delle posizioni più intime, secondo me, rispetto alla politica. Non ci sono slogan particolari...
VINCE: Si, politico in un'accezione più ampia, non mi riferisco a rimandi diretti.. ma più nascosti..

...ma nascosti rispetto a slogan che di solito è il modo di fare 'canzone politica'. Però non ci siamo mai riconosciuti con questo modo di fare... anche perchè per noi fare il musicista non vuol dire fare il politico. E se di persona ti coinvolge politicamente lo fai come singolo, come individuo, il fare politica non come gruppo.. non più di tanto insomma... per cui in realtà quello che abbiamo messo nelle nostre canzoni è la nostra posizione intima di persone, di singoli, non tanto di cantanti.

Comunque è vero che non dico: “Non votate democrazia cristiana!” però allo stesso tempo c'è una presa di posizione morale direi, anche moralista in un certo senso rispetto alla situazione che stiamo vivendo. Mi piace il fatto che salti fuori poco a poco e comunque ci sono diverse chiavi di lettura nei nostri pezzi e questo, secondo me, è un grosso vantaggio.

Mi sono domandato spesso perchè da ragazzo mi piacessero così tanto i pezzi in inglese, non riuscivo a capire tutto il significato del testo ma solo alcune parole, e sono arrivato alla conclusione che davo io il significato che preferivo alla canzone, per questo mi piacevano così tanto. Niente è alla stessa altezza del significato che puoi dare alle cose. In questo modo la canzone te la sogni quando stai ad ascoltare. E' non c'è niente di così concreto ed efficace del viverla così, e poi un po' di mistero alimenta il significato di una composizione (anche se trovo inutile farlo apposta e ci riescono in pochi e spesso gli viene male). Però dire le cose troppo schematicamente e direttamente, a volte, non è il modo migliore per comunicare le sensazioni.
GIORNALISTA RESTO CARLINO: Perchè la scelta di far uscire un EP e perchè la scelta è caduta proprio su quei brani?

L'EP perchè eravamo stufi di far uscire singoli che sono mere operazioni commerciali che servono un po' a rilanciare il disco o ad accompagnare la promozione di un video. Abbiamo parlato con la Mescal di questa cosa e loro erano d'accordo nel voler far uscire qualcosa che avesse un senso a livello artistico e un senso per chi eventualmente lo avesse comprato. Un po' come i vecchi singoli che facevamo uscire ai tempi di 'Hai paura del buio?', pensa a 'Male di miele' e 'Sui giovani d'oggi ci scatarro su' che hanno dei pezzi diversi e, mi sembra, anche delle cosine carine come B-sides. In più c'era questo pezzo, 'Televisione', che era uscito come B-side di 'Male di miele' (che è introvabile) che noi avevamo a lungo suonato dal vivo e che la gente ci continuava a chiedere e ci domandava dove potevamo trovarla.. così abbiamo colto la palla al balzo e l'abbiamo inclusa nell'EP. Poi c'era un remix di 'Varanasy Baby' che mi piaceva perchè era molto più elettronico rispetto alla versione su disco, ed era anche un po' un esperimento di collaborazione con i Breakfast, un gruppo di Trieste, per cui alla fine abbiamo scelto anche questa. Alla fine c'erano tante cosine che andavano tirate fuori e l'abbiamo fatto.

Tralaltro l'EP non è neanche rappresentato da un video.. voglio dire non ci sarà il video de 'La gente sta male'. Era che volevamo pubblicare qualcosa che avesse un suo valore.
MACHI: C'è la possibilità che possa uscire un live che racconti l'esperienza di questo fortunato Tour?

Non stiamo registrando..
MACHI: ..peccato, la versione nuova di 'Strategie' è bellissima, e 'Bungee Jumping' ha acuito ancor piu' la magia che ha sul disco..

Ti ringrazio, certo! Magari registreremo questa estate. Tralaltro, registrare all'aperto è anche meglio
MACHI: ...perchè si hanno meno problemi per l'acustica? (LE SO TUTTE! eheheh)

Si, infatti, anche se poi forse il suono risulta meno live.
A questo punto il rumore assordante delle prove dei Sux di Ciccarelli comincia a rincoglionirci sempre più... allora Luca, il nostro artista.. uomo di classe, fine e distinto, si alza e chiude la porta... come se servisse a qualcosa.. Manuel ride... e anche noi! Ma continuamo l'intervista ed ecco che l'unica vera giornalista tra noi si appresta a fare la domanda più 'bella' della giornata...

GIORNALISTA RESTO DEL CARLINO: Ho una domanda su Ferrara... visto che siete venuto l'anno scorso e oggi siete tornati a suonare qui... che rapporto avete con la nostra città, se ce l'avete?

Non ce l'abbiamo...
Scoppia l'ilarità generale...

Si, volevo dire che non è un posto che abbiamo assiduamente frequentato. Diciamo che noi siamo in giro qui e ci faremo anche un tour eno-gastronomico e poi qua attorno ci sono anche dei posti che ci interessano. Staremo qui in zona insomma...
GIORNALISTA RESTO DEL CARLINO: Mi dici in che zona?

... non te lo dico...
GIORNALISTA RESTO DEL CARLINO: ...verso il mare o verso l'entroterra?

No, no.. verso l'entroterra, roba di terra...
LUCA: Al VOX non ci vieni più a suonare?

Ah è un bellissimo locale, davvero.. però devo dire che è stata una situazione veramente strana, mi ha dato un po' fastidio che abbiano cacciato fuori la gente subito dopo il concerto... fare i concerti così ti dà fastidio.. è come avere un'azienda itinerante e non riesci neanche a vedere la tua gente... Per me invece è importante.... NONOSTANTE LE APPARENZE... (n.d.r. Manuel mi guarda dritto cazziandomi con uno sguardo che taglia come un laser... evidentemente la prima domanda che gli ho fatto gli è rimasta impressa... e io sorrido angelica! Tiè!)... eheheh....conoscere il pubblico, sapere chi ho davanti.

Il VOX comunque ci è piaciuto perchè non ha un circuito di persone enorme, è in un posto difficile, in una zona difficile, con orari difficili e capisco che loro abbiano dei grossi impedimenti.. però stiamo parlando anche troppo del VOX! E' fuori tema...
MACHI: Volevo chiederti, tornando un po' al discorso testi, quale fosse il tuo concetto di volgarità... perchè la volgarità, come la descrivi ultimamente nei tuoi testi, sembra sinonimo del non schierarsi, del non esporsi, del non dire quello che si pensa..

Non c'è un concetto definitivo... secondo me definire la volgarità è impossibile perchè è talmente relativa... dipende da quello che vivi e da come lo vivi. La volgarità ce l'abbiamo dentro, penso che siamo volgari, probabilmente, nel momento in cui stiamo facendo qualcosa in cui non crediamo.

In realtà non possiamo fare tutto quello che ci viene in mente, ci sono dei limiti.. ma è relativo alla fine, perchè puoi fare i gesti più volgari del mondo, ma fatti in un certo contesto e in un certo modo possono risultare invece non volgari, anzi quasi poetici.. pensa a quanta arte è stata giudicata volgare e poi alla fine è passata come 'rivoluzionaria'...
MACHI: Mi viene in mente la 'Merde d'artiste' della Pop Art...

Beh.. forse... sai lì esibizionismo... ehm... (n.d.r. Manuel non sa che dire... riprendo subito...)
MACHI: ...Ehm, si, la volgarità è un tema che comunque salta agli occhi nell'ultimo cd...

Si, hai ragione, in un certo modo.. alla fine non prendere una posizione, essere dei trasformisti è sicuramente volgare! (n.d.r. È la prima volta che mi dà ragione... incredibile! Sono commossa.. e lascio la parola a Vince)
VINCE: Dai facciamo un salto nel futuro...
Prima il 'Meraviglioso tubetto' poi i readings degli Agnelli-Clementi e ora l'allestimento sono de 'La città di Irene' dalle 'Città Invisibili' di Calvino, vuoi fare lo scrittore da grande, Manuel?

Ma io non è che voglio fare delle cose.. in realtà quello che veramente volevo fare è il pallavolista (n.d.r. E mi guarda...)
MACHI: ... ma dai? Io lo ero..

Ehh in realtà le cose capitano perchè mi appassiono! Avevo un gusto particolare nel provare a fare le cose che non mi venivano bene... vedi la pallavolo... io per esempio ero molto veloce e saltavo molto in alto però sono decisamente piccolo per giocare a pallavolo, anche per quei tempi in cui non c'era ancora una selezione fisica così forte come adesso... però per me era come abbattere dei muri... ero ala e non alzatore.. (n.d.r. Manuel specifica il ruolo in cui giocava... e mi viene in mente che sulla bacheca avevo scritto... 'ragazzi, probabilmente Manuel era alzatore, vista l'altezza'.. mi ha sgamata ancora una volta!) per cui alla fine per me era comunque importante fare delle cose, farle nonostante i limiti. Per fortuna ora ho curato un po' questo male, questo bisogno di sfide continue, e ho cercato di scegliere adesso le cose che mi vengono più naturali, che mi vengono meglio... Quello di scrivere non sarà mai un mestiere, perchè non mi interessa che diventi la mia professione primaria. Infatti, se ci pensi, ho fatto uscire un libro che ho scritto a vent'anni e le altre cose che ho buttato giù sono ancora lì.... scrivo parecchie cose... è una necessità farlo ma non è una necessità, ancora, pubblicarle. Però farò delle cose che mi piacciono...
MACHI: A questo proposito, sul sito si è parlato del fatto che stai scrivendo qualcosa a 4 mani con Emidio Clementi, è vero?

Si, lo sto scrivendo, è un libro su Tondelli...
A questo punto scoppia una discreta caciara... l'autore di Correggio è apprezzato da tutti i presenti... siamo piacevolmente sorpresi dal fatto che piaccia così tanto anche a Manuel... tuttavia la più entusiasta è Gianna che caccia un gridolino di piacere!
VINCE: Ma è quel nuovo progetto.. quella nuova casa editrice...?

Si, in realtà c'è questo progetto che fa commentare ad autori e personaggi del mondo eterosessuale il mondo omosessuale, per cui i responsabili della collana vogliono creare un po' di scompiglio.. e infatti han preso due froci come noi... (n.d.r. Ridiamo nervosamente... la sessualità di Manuel e le sue preferenze sono argomento taboo... OH SI SCHERZA, EH?!)...

No, comunque sul serio, penso che stiamo apprezzando il nostro lavoro e noi ci stiamo divertendo a scriverlo. Poi noi prendiamo spunto dal libro ma in realtà è un pretesto per parlare di noi stessi... ed è quello che vuole l'editore. In realtà l'impianto critico nostro, mio e di Clementi, è quello che è.. anche se ci sta stimolando molto questa cosa qua... se l'editore voleva un saggio su Tondelli non lo avrebbe chiesto a noi. Diciamo che Tondelli ci è servito per commentare le cose dal nostro punto di vista.. che è esterno a quel mondo.
GIANNA: Senti, ma i temi li trattate separati dalla forma, a cosa vi ispirate?

Si, ai temi e anche alla forma.. un po' tutto.. però sono soprattutto i temi che sono un po' rapportati alla nostra vita. Il modo in cui Tondelli vive la sua giovinezza e i cambiamenti che avvengono durante la sua vita vengono paragonati un po' ai nostri, il fatto che sia successo anche a noi più o meno la stessa cosa.
VINCE E MACHI: Argomento ristampe dischi in inglese e capitolo Tora Tora!...

I dischi in inglese è un po' che vogliamo ristamparli... ma è una cosa che non abbiamo fretta di fare... a dire il vero noi quei dischi li conosciamo sin troppo bene... ehehe... (n.d.r. Che bastardo!)... e alla fine non ho tutta questa fretta di vederli uscire... mi sembra più un'operazione (commerciale?) no, non commerciale (autocelebrativa?) no, direi documentaristica.. è un'operazione di archivio e ci tengo si.. però non così tanto.. poi la voglio fare bene, poi la voglio fare bene quando deciderò di farla!
MACHI: Sai che alle varie fiere del disco, quando chiedo cose vostre, mi dicono sempre la stessa frase “Chi ha bootlegs o singoli o qualsiasi cosa degli Afterhours non la vende!”

Esatto!
MACHI: Beh è una bella soddisfazione...

Si, ma li ristamperemo a faremo dei CD... Per quanto riguarda il Tora Tora! Saranno 10 le date quest'anno.. sta crescendo ancora...è una faticaccia... però ho voluto la bicicletta e adesso...
UN BEL CORO: Pedali!

Si, pedalo.. ehehehe. e per le date si parte da metà maggio e poi durante l'estate si continua... però aspetta per dati più precisi.
MACHI: Bene, ringraziamo Manuel per la disponibilità...

Scusate ancora per il poco tempo, ma la gola mi fa male davvero.

A questo punto Luca, il nostro artista, tira fuori le sue preziose 'Simbiosi' raccolte nell'involucro bianco (un cartone tipo pizza d'asporto) e si prepara ad approcciare Manuel per consegnargliele, mentre la sottoscritta sorride distesa... è andata bene... e sono ancora viva... dico ad alta voce “Ok, Manuel... Luca ha portato la pizza!”.... non poteva che finire in questo modo... eheheh


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